La storia della famiglia Festus\Irozavbiere: LGNet e l’inclusività possibile
Riportiamo la prima di una serie di testimonianze che evidenziano come il progetto LGNet abbia contribuito a migliorare le condizioni di vita di cittadini provenienti da paesi terzi che vivono situazioni di fragilità. Attraverso un approccio partecipativo e una stretta collaborazione tra il Ministero dell’Interno in qualità di capofila, Anci, Cittalia e 22 Comuni LGNet da tre anni ha saputo trasformare difficoltà in opportunità di inclusione e crescita.
Raccontiamo in questa prima puntata la storia della famiglia di origini nigeriane Festus/Irozavbiere, composta da Esther, Omorodion e i loro due figli, nati a Bolzano.
Dopo un periodo in Germania, la famiglia è rientrata in Italia nel 2020 ed è stata accolta presso il centro emergenziale “Lemayr” del gruppo “Volontarius” nel 2021. Una volta individuate e analizzate le criticità, nel 2023 il loro inserimento nel progetto LGNet2 ha segnato l’inizio di un percorso di sostegno e accompagnamento personalizzato.
Da ormai tre anni LGNet si distingue come esempio virtuoso di intervento strutturato e mirato in iniziative volte all’inclusione sociale, sostegno, innovazione e solidarietà a migranti regolari che non hanno ancora raggiunto piena autonomia.
Dei grandi risultati ottenuti grazie al Ministero dell’Interno, in partenariato con Anci, Cittalia e 22 Comuni italiani.
Per la famiglia Festus/Irozavbiere, l’equipe del progetto ha mirato a migliorare le competenze linguistiche dei genitori, organizzare corsi di gestione familiare ed economica e avviare Esther verso l’inserimento lavorativo. Nel frattempo, Omorodion ha consolidato la propria posizione lavorativa con un contratto a tempo indeterminato. Grazie a un intenso supporto nella ricerca abitativa, la famiglia è riuscita a trasferirsi in un alloggio privato a settembre 2024, superando le difficoltà legate al mercato immobiliare altoatesino.
Oggi, la famiglia vive in autonomia abitativa: Esther, con due lavori part-time, contribuisce significativamente all’economia familiare, mentre Omorodion continua a lavorare a tempo pieno. Inoltre, il figlio minore, di tre anni, è stato iscritto alla scuola d’infanzia di primo grado. Gli interventi di follow-up si sono conclusi a dicembre dello scorso anno.