COMUNE DI LATINA. LGNET 3 MINI PROGETTI PER IL TERRITORIO
Il Comune di Latina, nell’ambito del progetto Lgnet ha realizzato anche 3 miniprogetti già programmati e avviati. Si tratta del nido familiare “La casa dei bimbi”; Shared City: progetti di riqualificazione e valorizzazione di spazi verdi ed aree attualmente problematiche ed il laboratorio delle piccole riparazioni sartoriali.
Di seguito racconteremo queste iniziative utili al territorio nella visione di sistema che caratterizza il Progetto Lgnet. Con lo scopo di attivare e rafforzare le azioni locali in una logica di interazione con i servizi e con le reti di welfare universalistico già esistenti sui territori e agire in un’ottica di complementarità finalizzando tutte le risorse disponibili verso lo sviluppo delle comunità territoriali.
La casa dei bimbi
La “casa dei bimbi” è un progetto nato sull’onda di diverse segnalazioni che evidenziavano la necessità di ampliare l’offerta di servizi educativi per la prima infanzia proprio nella zona dove sono presenti alloggi del Sistema di Accoglienza e Integrazione SAI del Comune di Latina e diversi CAS della Prefettura. Infatti l’equipe multidisciplinare del progetto SAI del Comune di Latina ha evidenziato l’utilità di sperimentare sul territorio un servizio più flessibile, meno strutturato dei Nidi comunali per un primo approccio con le tante donne in accoglienza con figli sotto i 3 anni che necessitano di un percorso diverso e graduale per approcciare i servizi per la prima infanzia. Il servizio che opera dalle ore 09.00 alle ore 13.00, due volte a settimana e per altri tre giorni dalle 13.00 alle 17.00, può accogliere un massimo di 6 bambini/e contemporaneamente nella fascia di età compresa tra 12 mesi e 5 anni. È un servizio gratuito a cui si accede chiedendo informazioni al One Stop Shop Via don Morosini n.12. I piccoli vengono accolti in un ambiente sereno, rassicurante e d’ascolto, dove sono accettati, amati e coccolati, perché solo sentendosi a proprio agio il bambino può giocare, creare ed esplorare in piena libertà. “La casa dei bimbi” è stata concepita non solo come un nido familiare, ma come un luogo di “cultura dell’infanzia”, dove sono centrali l’ascolto, la relazione e la comunicazione. I bimbi, i genitori e la tagesmutter trovano il tempo e lo spazio per interagire e confrontarsi. Gli spazi sono stati progettati in modo che siano funzionali ai bisogni e agli interessi dei bambini e con il minimo di restrizioni possibili ai tentativi di scoperta individuale. Sono a disposizione dei bimbi infatti, una serie di giochi e attività ludico-educative per sviluppare l’iniziativa, il gioco autonomo e la le attività sensoriali e la psicomotricità. Il clima che si respira nel nostro nido e da cui dipende il benessere dei bambini nasce proprio da questo rapporto di intesa, rispetto e complicità con la famiglia. quella di essere un ambiente domestico, riproduce l’atmosfera familiare che per la sua peculiarità comunica accoglienza, protezione e calore. Un luogo accogliente e familiare aiuta i piccoli ad affrontare al meglio il distacco dai genitori.
Shared City
L’idea è quella di attivare – con il sostegno di enti del terzo settore e per un periodo di 5 mesi– un processo di riqualificazione e valorizzazione degli spazi comuni e delle aree verdi nei territori individuati dal progetto che attualmente presentano delle forti criticità. Parliamo della Piazza San Francesco (spazio antistante alla mensa cittadina della Caritas “Don Adriano Bragazzi”), la limitrofa Via Ezio, le strade del quartiere del Villaggio Trieste; ancora l’area verde antistante al campo di calcio SAMAGOR che andrebbe restituita all’uso ai cittadini del quartiere Nicolosi e la Passeggiata Pertini di Via Don Morosini zona dove è ubicato il One stop Shop. Con questo progetto lìintento è quello di consolidare il tessuto sociale, culturale e aggregativo presente in questi quartieri, promuovendo anche iniziative di cittadinanza attiva, di partecipazione e di responsabilizzazione degli abitanti, al fine di creare senso di identità ed appartenenza.
Questa iniziativa nata su un tavolo territoriale che ha visto coinvolti tutte le associazioni, parrocchie, comitati e liberi cittadini interessati al proprio quartiere, ha il proprio punto di forza proprio nella rete che vede coinvolti anche le persone immigrate accompagnate nel percorso dall’equipe multidisciplinare del progetto.
Si lavorerà in piccoli gruppi di 4-5 volontari (coinvolti anche gli stessi beneficiari del progetto Lgnet) assicurati, formati ed equipaggiati, guidati da un tutor remunerato da una borsa di lavoro. Ai volontari verrà fornita tutta l’attrezzatura necessaria oltre l’abbigliamento adeguato (scarpe e tuta da lavoro). Con questa iniziativa si permetterà anche a diversi giovani migranti di sentirsi parte di una comunità attiva che dà il proprio contributo alla bellezza e al decoro della città che li accoglie.
In concreto si propongono attività collettive di rimozione dei rifiuti e cicche di sigarette dalla strada e dalle fioriere e aree verdi; taglio delle erbacce che fiancheggiano le strade e tosatura dell’erba del prato mediante rasaerba come anche la rimozione di foglie cadute a terra e di piccoli rametti mediante l’ausilio di un soffiatore meccanico. L’intera iniziativa vede la collaborazione dell’Azienda per i Beni Comuni di Latina ABC, Azienda Speciale pubblica costituita dal Comune di Latina, come suo ente strumentale per la gestione dei servizi di igiene urbana nonché di altri servizi di pubblico interesse.
L’iniziativa nasce da un bisogno di promuovere l’educazione e la formazione di adulti e bambini verso il rispetto per l’ambiente, stimolando la creazione ed il consolidamento di legami sociali. Il progetto, inoltre, vuole essere strumento di promozione per una accoglienza più sostenibile, un’attività di integrazione che consenta ai beneficiari di avere un ruolo riconosciuto e apprendere delle nuove competenze.
Il laboratorio delle piccole riparazioni sartoriali
Con l’iniziativa “portinerie sociali” si intende dareimpulso allo sviluppo diservizi collaborativi avocazione sociale improntatialla mutualità, allacondivisione di risorse, al welfare di comunità eall’economia circolare, utili atutta la collettività ma,principalmente, a cittadini e a persone in condizione disvantaggio socio-economico.E’ in questo contesto nasce l’idea di avviare, all’interno del One Stop Shop [Via
Don Morosini, 12-16], un punto per le riparazioni e piccola sartoria.
Questa attività sarà portata avanti da 2 donne (ex beneficiarie dei progetti di accoglienza, oggi S.A.I.) che lavorano – dopo una lunga formazione – all’interno dell’Atelier Acanthus. Acanthus è una sartoria sociale promossa e sostenuta dalla cooperativa sociale Astrolabio che si avvia nel 2011 a Latina con l’arrivo in Italia dei primi flussi migratori provenienti principalmente dal Nord Africa. Negli anni successivi la sartoria sociale si incardina nell’ambito del progetto SPRAR del Comune di Latina (oggi S.A.I.) divenendo una esperienza di sartoria al femminile per favorire la crescita, la formazione ed un processo di empowerment delle donne accolte. Numerosi sono stati i riconoscimenti che hanno indicato l’Acanthus come un modello virtuoso da seguire in materia di integrazione ed esempio di good practies. Nel settembre 2017 l’ANCI ha invitato Acanthus all’udienza concessa dal Santo Padre, Papa Francesco, all’Associazione dei Comuni Italiani e per tale speciale evento la nostra sartoria ha realizzato per il Pontefice un esclusivo turbante bianco.
Con questa iniziativa si vuole da un lato consentire ai cittadini dei quartieri individuati dal progetto di poter usufruire gratuitamente di un servizio di piccole riparazioni sartoriali (orlo ad un paio di pantaloni, accorciare le maniche di un vestito, solo per fare esempi concreti), e dall’altra consentire visibilità alle donne che hanno realizzato un proprio percorso di emancipazione e di realizzazione socio-lavorativa.
È necessario considerare, infatti, come non tutti i migranti riescono a trovare le risorse per affrontare e superare positivamente il trauma del trasferimento in una nuova terra, poiché la migrazione può rivelarsi destabilizzante e spingere alla chiusura al mondo esterno. La presenza di donne che grazie al loro impegno sono riuscite a realizzarsi nel lavoro, può essere sicuramente un positivo esempio per altre donne rappresentando una chiave per stimolare un percorso di crescita e di avvio al lavoro.
Per ciascun mini-progetto è possibile consultare, la locandina cliccando qui